lunedì 1 settembre 2014

LA MEDICINA DEL TERZO MILLENNIO: Novità in Medicina -Dott. Pietro Luchetti - conveg...

LA MEDICINA DEL TERZO MILLENNIO: Novità in Medicina -Dott. Pietro Luchetti - conveg...

domenica 6 maggio 2012

Ultra low dose dimostrazione di efficacia

Omeopatia

Medicinali Omeopatici: dimostrata la riproducibilità in laboratorio

Fonte: lastampa.it
Tempo fa avevo pubblicato un articolo dal titolo "Anche i topolini sono sensibili alle medicine omeopatiche" a seguito della pubblicazione, sull'autorevole rivista scientifica Psychopharmacology, di un importante lavoro sull'omeopatia a firma di ricercatori dell'Università di Verona che dimostrava che alte diluizioni di un medicinale omeopatico (Gelsemium sempervirens) sono capaci di modulare i comportamenti e le risposte emozionali di topi di laboratorio.

Ricercatori dell'Istituto Mario Negri hanno scritto una lettera ufficiale di protesta alla stessa rivista Psychopharmacology sostenendo che i risultati non sarebbero riproducibili.

Invece, con un lavoro appena pubblicato da ECAM-J i ricercatori veronesi dimostrano, dati alla mano, il contrario.
A seguito di questa querelle l''amico Prof. Paolo Bellavite, (Patologia e Diagnostica e di Medicina e Sanità Pubblica dell’Università di Verona) ha diffuso un comunicato stampa che volentieri pubblico.

Verona 18 aprile 2012 - È stato recentemente pubblicato da “Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine” (1), rivista scientifica peer-review con I.F. (Impact Factor) di 2.964, l’articolo dal titolo “Testing homeopathy in mouse emotional response models: Pooled data analysis of two series of studies”(2) a firma di ricercatori dei dipartimenti di Patologia e Diagnostica e di Medicina e Sanità Pubblica dell’Università di Verona, guidati dal Prof. Paolo Bellavite.

Il modello sperimentale utilizza l’osservazione di topi di laboratorio con test di comportamento e di emotività (senza stress o dolore) (3). Un primo lavoro (4), pubblicato dalla rivista “Psychopharmacology” nel 2010, aveva mostrato un effetto positivo del medicinale omeopatico Gelsemium sempervirens nel modulare i comportamenti e le risposte emozionali nei topi di laboratorio. Il risultato dimostrava, con sei successive e indipendenti ripetizioni su gruppi di 8 animali, che il medicinale omeopatico Gelsemium riduce l’ansia e la paura, in un modo quantitativamente comparabile ai normali farmaci ansiolitici, ma senza provocare alcun effetto sull’apparato locomotorio (come invece fa il buspirone in quel sistema sperimentale)(5). I risultati erano però stati “contestati” da alcuni ricercatori per una presunta mancanza di riproducibilità.

Prendendo spunto da tali obiezioni, questo nuovo studio (6) riassume tutte le prove fatte e le rivaluta con nuovi test statistici, confermando in questo modello sperimentale l’efficacia del medicinale. In particolare, lo studio realizzato conferma che vi è un’azione farmacologica sia quando la concentrazione teorica di gelsemina (principio attivo) è alla diluizione 9C (nona centesimale), sia quando è alla diluizione 30C, anche se – tenendo conto delle attuali conoscenze - oltre la 12C in teoria non dovrebbe più esserci presenza di molecole.

La novità principale di questo filone di studi sta nel fatto che sinora quasi tutti i medicinali omeopatici sono stati provati solo sull’uomo (il contrario di quanto succede normalmente nella farmacologia ufficiale, dove la sperimentazione inizia sempre da prove pre-cliniche). Il fatto che funzionino anche su modelli animali indica che non può trattarsi di un mero effetto “placebo” e che questo tipo di farmacologia delle soluzioni estremamente diluite (e per questo anche prive di effetti tossici) meriterebbe di essere maggiormente indagato e valorizzato. Le proprietà delle alte diluizioni - che gli studi del gruppo veronese e di altri centri a livello internazionale (inclusi i laboratori del premio Nobel Luc Montagnier) hanno confermato e consolidato - sono quindi rilevanti non solo per la farmacopea omeopatica, ma per tutta la medicina e in particolare la farmacologia delle “ultra-low- doses”.

1) Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine (eCAM) è una rivista internazionale, peer – reviewed, fondata nel 2004 dal Professor Edwin L. Cooper. Secondo il Journal Citation Reports di Thomson Reuters (ISI), l’Impact Factor è di 2.964. (http://www.hindawi.com/journals/ecam/)

2) Paolo Bellavite, Anita Conforti, Marta Marzotto, Paolo Magnani, Mirko Cristofoletti, Debora Olioso, Maria Elisabetta Zanolin (2012), Testing homeopathy in mouse emotional response models: Pooled data analysis of two series of studies. eCAM Volume 2012, Article ID 954374, 9 pages, doi:10.1155/2012/954374. Liberamente scaricabile da http://www.hindawi.com/journals/ecam/2012/954374/. Lavoro eseguito grazie ad una collaborazione scientifica tra Università di Verona e Laboratoires Boiron (Milano, Lyon).

3) I ricercatori hanno trattato i topi con soluzioni omeopatiche, con farmaci ansiolitici convenzionali e con il placebo costituito dal solo solvente (gruppi di controllo). Dopo una settimana di trattamento, il comportamento animale è stato provato con test detti “etologici”, che inducono un lieve stato ansioso e di paura (ad esempio: stare solo anziché in compagnia, stare in un’area molto illuminata piuttosto che in penombra, trovarsi in un ambiente nuovo e diverso dalla normale gabbia di stabulazione) e valutano in modo standardizzato il movimento e le risposte comportamentali dell’animale assegnando determinati punteggi. Dal punto di vista metodologico, è stata introdotta una procedura raramente utilizzata negli studi su animali, vale a dire la “cecità” sperimentale, nel senso che nessuno dei ricercatori conosceva i farmaci che erano somministrati, fino alla fine dei calcoli allorché veniva aperta la busta con i codici. Tutti i test sono stati registrati su DVD e analizzati secondo le più moderne procedure statistiche.

4) P. Magnani, A. Conforti, E. Zanolin, M. Marzotto, and P. Bellavite, “Dose-effect study of Gelsemium sempervirens in high dilutions on anxiety-related responses in mice,” Psychopharmacology, vol. 210, no. 4, pp. 533–545, 2010.

5) Tali risultati concordano con quelli di un gruppo dell’università di Strasburgo, il quale ha rilevato che lo stesso medicinale omeopatico ha un effetto diretto sui neuroni del ratto coltivati in piastre di colture cellulari (Venard C e coll. Evid. Based. Complement Alternat. Med 2009, doi: 10.1093/ecam/nep08). È probabile che il meccanismo sia la regolazione della produzione di neurosteroidi endogeni attraverso i recettori glicinergici.

6) Il lavoro è stato presentato il 24 marzo scorso al congresso internazionale di Medicina Integrata che si è tenuto a Roma, presso la Pontificia Università Lateranense, alla presenza del premio Nobel Luc Montagnier, il quale ha approfondito il tema delle informazioni elettromagnetiche del DNA nelle soluzioni acquose diluite e dinamizzate.
Per informazioni: paolo.bellavite@univr.it
 

venerdì 4 maggio 2012

Diluizione e dinamizzazione, prove scientifiche di efficacia

articolo del prof.Cristiano Rumio pubblicato sulla rivista “Pulmonary Pharmacology & Therapeutics”:il link per lo studio completo
http://www.mednat.biz/cure_natur/Pulmonary_pharmacology_teraputics.pdf
IO, I BASSI DOSAGGI, E… I TOPI!, di Cristiano Rumio (*)
Mi sembrava molto strano, quasi impossibile. E molte cose ancora non mi sono chiare. Non ci volevo credere e fino all’ultimo ho fatto di tutto per non crederci. Ma io sono un ricercatore e un ricercatore non deve credere, non deve procedere per fede. Un ricercatore deve osservare e misurare, e verificare, deve basarsi sui dati, e non “interpretare”. Voglio raccontarvi quello che ho osservato e misurato, solo questo. Non chiedetemi se i bassi dosaggi funzionano. Io avevo un’idea: ora ne ho un’altra…

Omeopatia, teoria scientifica sul funzionamento


Articolo originale di Alfio Armando Licciardello
Il titolo di questo articolo è sicuramente pomposo ed altisonante, eppure dopo 240 anni dall'inizio dell'omeopatia e parecchio di più dalla scoperta dei meridiani di agopuntura, oggi esistono prove scientifiche di biologia e fisica che spiegano e , senza ombra di dubbio, dimostrano l'efficacia della medicina omeopatica in particolare e di tutte le forme di medicina di risonanza in generale.
Primo fatto: Citologia. La membrana delle cellule è costituita da un doppio film di fosfo-sfingo-lipidi che delimitano un ambiente intracellulare ed un ambiente extracellulare, i lipidi presentano una testa idrofila ed una coda idrofoba per cui nulla riesce a passare se non tramite pinocitosi o pompe proteiche che sono dei canali di passaggio attraverso il film idrolipidico costituite da glicoproteine; esistono, inoltre delle glicoproteine che non passano attraverso la membrana ma si limitano ad attraversarla solo parzialmente.
secondo fatto, la membrana cellulare è fluida e scorre sempre, un modello appropriato è quello a "mosaico fluido" in cui la membrana cellulare è in perenne movimento ,a due pareti di acqua che scorrono l'una sull'altra. Un'altra immagine molto pertinente , tratta dal testo di Lipton "La biologia delle credenze" paragona la membrana cellulare ad un sandwich di burro in cui tra un lato e l'altro del panino ci sono delle olive con e senza nocciolo che lo attraversano per tutta la sua larghezza.Qui alcune immagini tratte da Wiki

Fisica quantistica

Meccanica quantistica è una teoria fisica che descrive il comportamento della radiazione, della materia e delle loro interazioni, con particolare riguardo ai fenomeni tipici delle scale di lunghezze o di energie atomiche e subatomiche[2]. L'inconsistenza e l'impossibilità della meccanica classica di rappresentare la realtà sperimentale, in particolare della luce e dell'elettrone, furono le motivazioni principali che portarono lo sviluppo della meccanica quantistica nella prima metà del XX secolo. Il nome "meccanica quantistica", dato da Max Planck alla teoria agli inizi del 1900[1], si basa sul fatto che alcune quantità di certi sistemi fisici, come l'energia o il momento angolare, possono variare soltanto di valori discreti, chiamati anche "quanti". Come caratteristica fondamentale, la meccanica quantistica descrive la radiazione[3] e la materia[4] sia come un fenomeno ondulatorio che allo stesso tempo come entità particellari, al contrario della meccanica classica dove per esempio la luce è descritta solo come un'onda o l'elettrone solo come una particella. Questa inaspettata e contro intuitiva proprietà, chiamata dualismo onda-particella[5], è la principale ragione del fallimento di tutte le teorie classiche sviluppate fino al XIX secolo. La relazione fra la natura ondulatoria e quella corpuscolare delle particelle è formulata nel principio di indeterminazione di Heisenberg[6].

Memoria dell' acqua , premi nobel e fisici teorici accreditati

Articolo tratto dal http://www.mainfatti.it/omeopatia/Omeopatia-Montagnier-riscopre-memoria-dell-acqua-Benveniste-ride_037616033.htm

Omeopatia: Montagnier riscopre "memoria dell'acqua". Benveniste ride

Jacques Benveniste aveva ragione. Uno studio firmato da Montagnier (premio nobel per la medicina), Aissa, Del Giudice(fisico, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’International Institute of Biophysics di Neuss (Germania), Lavallee, Tedeschi e Vitiello(Giuseppe Vitiello, Professore di Fisica all'Università di Salerno e ricercatore dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) pubblicato sul prestigioso "Journal of Physics" dimostra l'esistenza dell'"acqua informata". Si aprono nuove prospettive sui medicinali omeopatici. E Benveniste ride per ultimo.

Chissà quando Wikipedia Italia, alla pagina dedicata a "Jacques Benveniste", si degnerà di modificare questa frase: "Il suo nome venne alla ribalta nel 1988, quando pubblicò su Nature uno studio che sembrava dimostrare l'efficacia dell'omeopatia, rivelatosi invece una truffa" (it.wikipedia.org/wiki/Jacques_Benveniste). Nemmeno nella paginetta dedicata al grande scienziato nell'edizione francese dell'"enciclopedia libera", pur essendo scritta nella patria che "isolò" (ed è un eufemismo) il geniale scienziato (almeno come scopritore del fattore attivante le piastrine - PAF), non si arriva ad essere così "tranchant" e neppure si definisce Benveniste un truffatore, anzi.
Si ricorda giustamente, ad esempio, di quando "Le 27 octobre 2007, lors de la conférence de Lugano, en Suisse, le professeur Luc Montagnier, Prix Nobel de médecine, découvreur du Virus HIV, a publiquement déclaré avoir constaté lors de ses travaux sur le VIH des phénomènes décrits par Jacques Benveniste" (http://is.gd/9A8Vu6). Il che significa una "replicazione degli esperimenti di Benveniste", in termini scientifici, e quindi la conferma delle scoperte dell'ex direttore dell'INSERM (Clamart). Ma ovviamente una dichiarazione non basta, serve una ricerca ed una pubblicazione. E infatti eccola.
Proprio dallo stimatissimo (inattaccabile e caro al "mainstream") Premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier (scopritore del virus dell'HIV nel 1983) arriva la notizia che sta creando sicuramente dei forti mal di pancia a chi aveva eliminato Benveniste e le sue teorie (compresa quella della "Activation of human neutrophils by electronically transmitted phorbol–myristate acetate" del 1998 http://is.gd/twXKbw). Come si legge da un comunicato stampa dell'AIOT (Associazione Medica Italiana di Omotossicologia) "Montagnier ha scoperto che alcune sequenze di DNA possono indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali mantengono poi 'memoria' delle caratteristiche del DNA stesso".
La scoperta è stata pubblicata su una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, Journal of Physics ed è stata effettuata da due gruppi di lavoro distinti: "il primo francese coordinato dal Prof. Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina, con i tecnici e biologi Lavallè e Aissa, e il secondo tutto italiano coordinato dal fisico Prof. Emilio Del Giudice, (IIB, International Institute for Biophotonics, Neuss, Germany) con Giuseppe Vitiello (Fisico teorico del Dipartimento di Matematica ed Informatica, Università di Salerno) e Alberto Tedeschi, ricercatore (White HB, Milano)".

ORMESI: La rivoluzione dose-risposta

Questo articolo è il primo di una lunga serie in cui desidero dare dignità scientifica a quello che , in maniera  molte volte poco intelligente e pretestuosa, alcuni definiscono nelle maniere meno eleganti , speso dando del buffone o dello stregone a quei professionisti che scelgono di utilizzare forme di medicina differenta dalla medicina allopatica per curare i propri pazienti ed i propri cari.
Il primo articolo di questo blog vuole parlare di quello che la scienza "ufficiale" definisce il fenomeno dell'ormesi, fenomeno grazie al quale molti degli effetti dei rimedi omeopatici a diluizioni tra 1 ch e 12 ch  possono essere spiegati in maniera assolutamente scientifica, senza alcuna ombra di dubbio.
Questo studio è, infatti, stato commissionato all'APAT , un ente statale che ha fugato ogni dubbio sull'effetto ormetico che in parole semplici significa "effetto dose-dipendente" cioè alcune sostanze  ad un dosaggio hanno un'azione a diluizioni differenti hanno azioni sugli organsmi esattamente opposte.
Gustatevi l'articolo integrale.
Questo è uno studio sulla legge delle dosi fatto dall'APAT  e pubblicato in maniera integrale
APAT
Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici
Ormesi: la rivoluzione dose-risposta
“Tutte le sostanze sono tossiche, solo la dose fa la differenza tra un veleno e un medicamento”
(Paracelso, XVI secolo) Informazioni legali
L’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici o le persone che
agiscono per conto dell’Agenzia stessa non sono responsabili per l’uso che può
essere fatto delle informazioni contenute in questo rapporto.
APAT - Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici
Via Vitaliano Brancati, 48 - 00144 Roma
www.apat.it
© APAT
ISBN 88-448-194-9
Riproduzione autorizzata citando la fonte
Elaborazione grafica
APAT
Grafica di copertina: Franco Iozzoli (APAT)
Foto: Paolo Orlandi, Paolo de Zorzi
Coordinamento tipografico e distribuzione
Olimpia Girolamo
APAT - Servizio Stampa ed Editoria
Ufficio Pubblicazioni
Impaginazione e stampa
I.G.E.R. srl - Viale C.T. Odescalchi, 67/A - 00147 Roma
Stampato su carta TCF
Finito di stampare giugno 2006
Autori
D.ssa Antonella Amendola – Dipartimento Difesa della Natura – APAT
D.ssa Nadia Lucia Cerioli – Dipartimento Difesa della Natura – APAT
Prof.ssa Luciana Migliore – Università di Tor Vergata
Per la correzione delle bozze
D.ssa Valentina Rastelli – Dipartimento Difesa della Natura – APAT
INDICE
1. DEFINIZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
2. CENNI STORICI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
3. IL MECCANISMO ORMETICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
4. LA GAMMA DI RISPOSTE ORMETICHE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
4.1 Agenti fisici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
4.2 Agenti chimici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
5. L’INCIDENZA DELL’ORMESI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
6. MODELLI IN TOSSICOLOGIA E ECOTOSSICOLOGIA . . . . . . . . . 25
7. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
BIBLIOGRAFIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
1. DEFINIZIONE
L’ormesi può essere considerata una funzione adattativa caratterizzata da
una risposta bifasica dose-dipendente, che si manifesta come conseguenza
dell’esposizione a un range molto ampio di stimoli (Calabrese e Baldwin,
2002). Vi è molta confusione attorno al concetto dell’ormesi e al suo significato
dal punto di vista biologico. Esistono risposte adattative o ormetiche a per-
turbazioni di qualunque tipo; gli organismi sembrano pre-adattati a molti
stimoli nocivi, rispondono in modo generalizzato ai cambiamenti che av-
vengono in processi controllati, indipendentemente da altre specifiche ri-
sposte all’agente causativo. In sostanza, i meccanismi di controllo omeo-
statico e ormetico sono presenti in tutti i sistemi biologici, rispondendo au-
tonomamente a cambiamenti di stato o ad alterazione di meccanismi rego-
lati indotti da agenti esogeni (Stebbing, 1997. Le risposte ormetiche, in genere, mostrano una modesta stimolazione alle basse dosi (maggiore del 30-60% del controllo) e un’inibizione alle alte dosi. Perciò, affinché sia soddisfatta la definizione “qualitativa” dell’ormesi, devono necessariamente essere presenti tanto la dimensione stimolatoria quanto quella inibitoria. La curva di risposta ormetica può essere rappresentata da una parabola, una U dritta o rovesciata in relazione all’endpoint